Il Museo PLEAG di Greci

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L’area del comune irpino, ricca di ritrovamenti archeologici compresi tra la preistoria e l’età romana, dovette essere in età antica un sito di particolare importanza, grazie alla posizione strategica per il controllo del passaggio dalla costa tirrenica a quella adriatica attraverso la valle del Cervaro. La felice collocazione, comune a tutto il territorio irpino, favorì evidentemente lo scambio culturale ed economico tra popolazioni limitrofe, come testimoniato dalle collezioni presenti nell’Antiquarium.

Prima Sala
Nella sala sono esposti oggetti rinvenuti all’interno delle tombe ritrovate in località Monte Limpise e Monte Calvario. Dalla prima provengono i reperti in bronzo della prima vetrina, risalenti all’Età del Ferro (VIII-VI sec. a.C.). Gli oggetti, vista la rarità del bronzo e le incisioni presenti su alcuni di essi, dovevano evidentemente appartenere ad un personaggio dell’aristocrazia.

Nella seconda vetrina sono esposti oggetti provenienti da corredi funerari ritrovati in località Monte Calvario. Qui è interessante notare la presenza di oggetti decorativi presumibilmente appartenenti a donne, in particolare la fibula (spilla), un bracciale (forse appartenente ad una bambina, considerate le dimensioni), un reggi treccia a spirale, alcuni anellini di catena. I vasi sono in ceramica d’impasto (realizzati con argilla non depurata).

Seconda Sala
Nella seconda sala sono esposti alcuni degli ex voto (oggetti offerti in dono a divinità) rinvenuti in località Monte Calvario, dove, a partire dal IV secolo a.C.,  alla necropoli dell’età del ferro si sovrappone un santuario, di cui sono state messe in luce anche parte delle strutture.

Non è stato ancora possibile identificare la divinità alla quale era dedicato il santuario, che doveva comunque essere un punto di riferimento importante per la comunità degli Hirpini, insediatisi sul territorio a partire dal VI secolo a.C., come narra il geografo Strabone: “Viene poi il popolo degli Irpini, anch’essi di ceppo sannita. Ricevettero questo nome dal lupo che fece da guida alla loro migrazione: i Sanniti chiamano hirpos il lupo. Confinano con i lucani dell’entroterra”. (Strabone, V, 4, 12).

Davvero interessante la quantità di pesetti da telaio rinvenuti nel santuario, in parte esposti al museo, che testimoniano un’assidua frequentazione del luogo sacro da parte delle donne, per le quali la tessitura era una delle attività principali. La ricostruzione didattica di un antico telaio presente nella sala, consente di capire la funzione e la posizione dei pesi, alcuni dei quali sono finemente lavorati. In altre due vetrine della seconda sala si trovano ulteriori ex voto. Interessanti sono le maschere (che venivano appese all’interno del santuario) e le tre monete che attestano la frequentazione del luogo di culto anche da parte di popolazioni provenienti dalla vicina Neapolis e da Roma.

Il santuario viene inspiegabilmente abbandonato già nel III secolo, probabilmente in seguito ad un evento tellurico o ad un’eruzione, e il sito sarebbe poi stato occupato in età romana, diventando probabilmente un vicus(villaggio agricolo), forse dipendente dalla vicina Aequum Tuticum, l’odierna Ariano Irpino. È molto probabile, inoltre, che in età romana per Greci passasse  l’importante via Traiana, che collegava Benevento con Brindisi. Il centro di Greci fu successivamente conquistato dai Bizantini nel VI secolo d.C., diventando un importante avamposto per il controllo del confine tra la Puglia bizantina e la Campania dei Goti, prima, e dei Longobardi dopo, fino all’arrivo della comunità albanese, nel XV secolo, al seguito dell’eroico generale Skanderbeg.

Informazioni
PLEAG GRECI – Palazzo Lusi (Municipio)
Via Buonarroti – Greci
Tel. 0825 861196

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Irpino, avellinese, ideatore di viaggioinirpinia.it. Il progetto connubio ideale tra le esperienze professionali maturate negli anni e la passione, è alimentato dalla profonda conoscenza della propria terra!! E' direttore tecnico di agenzia viaggio ed accompagnatore turistico.

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