Rachelina Ambrosini nasce a Passo, frazione di Dentecane nel 1925 ma la sua storia e la sua vita è ben presto destinata a varcare i confini del piccolo borgo. Unicogenita, la sua famiglia rappresenterà un mondo unico, insostituibile destinatario delle sue mille attenzioni e premure, dei suoi pensieri e soprattutto delle sue preghiere.
L’educazione ricevuta in famiglia, la sua è una famiglia benestante ma anche culla culturale, contribuisce ad accrescere quello che apparirà essere un carisma, la capacità di avvicinare tutti con quella semplicità dei “piccoli”che riuscirà a conservare per tutta la sua vita. Colpisce, appassionandosi alla sua vita, ai suoi scritti, alla sua storia l’importanza da ella stessa riservata al senso del dovere e la naturalezza con cui vi si dedicava da figlia prima, nipote, scolara studente poi.
La sua adorata famiglia, lo zio Tutuccio, lo zio monsignore, hanno rappresentato per questa bimbetta cresciuta a Campanarello, un mondo caro da cui si dovette distaccare per proseguire gli studi prima a Bari (ginnasiali) poi a Roma (liceali). Sarà Roma la città in cui quindicenne morirà, nell’avveramento della profezia che all’età di 8 anni sant’Antonio in visione le aveva fatto.
Questa bimba vide la Madonna, come confidato alla mamma, che mai mise in dubbio le parole di una bimba di 4 anni, e della vergine Maria fu fervente devota. L’essere pienamente consapevole che la sua vita sarebbe finita a 15 anni, non inficiò minimamente la sua gaiezza e bontà di cuore, anzi, l’accrebbe. Molti gli episodi della sua vita ai quali è affidato il racconto delle sue piccole e grandi azioni di bene, in cui traspare semplicità di cuore e d’animo in lieta ed armoniosa compagnia di una profondità di pensieri adulti”.
Rachelina bambina, alla vigilia di una delle partenze per il collegio di Bari risponde alle richieste di un mendicante che bussa alle porte della sua casa, offrendogli buona parte dei dolci che la mamma stava preparando proprio per Rachelina in partenza per Bari, rispondendo alla curiosità della mamma per un tale gesto che i soldi quell’uomo avrebbe potuto trovarli in qualsiasi casa ma la bontà ed il calore di quel dolce no.
Fa tenerezza questa ordinaria pagina della vita di Rachelina, come le storie che la sua intercessione ha fatto elevare alla conoscenza di molti contribuendo ad accrescere la sua fama e venerazione, di questa ragazza oggi serva di Dio. La nobiltà che ella stessa nei suoi scritti a scrive ad una conquista personale svincolata dal lignaggio, pervade la sua vita l’attraversa e trasforma anche la vita degli altri di tutti coloro che l’hanno incontrata, i figli dei fattorie dei contadini che Rachelina allegramente e con piacere frequentava, le compagne di collegio, le suore.
È affidata alle loro voci e ricordi la biografia di Rachelina, questa piccola d’Irpinia che si spense a 15 anni in un ospedale romano, per una meningite che fece avverare la profezia del santo di Padova. Non si spense sola Rachelina, mamma e papà erano con lei, riuscì a fare quello che più le stava a cuore, comunicarsi, e pregare per i suoi cari immaginando le loro sofferenze.
Sofferenze reali ma in parte ripagate dalle storie che dicono la straordinarietà della loro figlia attraverso le sue intercessioni.
Si consiglia una visita al Museo Rachelina Ambrosini allestito nell Palazzo Ambrosini a Venticano.
Informazioni
Palazzo Ambrosini
Via Luigi Cadorna, 7 – Venticano
www.fondazionerachelinambrosini.it
Aperto solo in occasione di eventi e mostre temporanee, il Palazzo Ambrosini con l’annesso museo dedicato alla Serva di Dio Rachelina Ambrosini, è visitabile previo appuntamento: infoline tel. 339.4465559.
L’ingresso è gratuito