Lauro: nella terra dei Lancellotti

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Il maniero dei Lancellotti si erge maestoso a dominare il vallo di Lauro. La costruzione risale all’XI secolo, e nei secoli successivi è appartenuta a nobili famiglie, passando dagli Orsini, ai Sanseverino, ai Pignatelli. Il nome attuale è legato all’opera settecentesca di restauro della famiglia dei Lancellotti, che apportò alcune interessanti modifiche all’impianto feudale del castello con l’inserimento del portale rinascimentale riproducente quello della porta nolana di Napoli, e dello stemma della famiglia che campeggia ancor’oggi sul portale. Rosoni aragonesi, torri merlate quadrangolari, fori di tiro sono ammirabili nel loro splendore ed una visita al castello saprà catapultare il visitatore in un‘atmosfera senza tempo ma con l’inalterato fascino che solo storie di dame, cavalieri e guerrieri sanno regalare. La vita culturale che ha segnato nei secoli il castello, è immaginabile visitando la biblioteca, ove sono conservate numerose cinquecentine, seicentine, e i libri mastro; l’epigrafe latina dell’ingresso fa da memento al buon bibliotecario, mentre sulla porta, il ricordo affettuoso di don Camillo Lancellotti da parte del figlio don Filippo Massimo e all’interno della sala, un passaggio segreto. Il respiro di antiche basiliche romane è avvertibile nella cappella annessa al maniero, che custodisce all’interno testimonianze pittoriche affrescate sulle pareti, delle opere dei santi frati di Lauro, mentre nel catino absidale immagini oranti verso il Cristo Pantocrator, dei membri della famiglia dei Lancellotti. Immancabile la visita alla sala da pranzo, con soffitto a cassettoni e dorature, pareti affrescate ed un camino sormontato dall’epigrafe Roma caput mundi che ricorda la vicinanza della nobile famiglia Lancellotti tanto alla Roma cristiana che al popolo di Lauro per la presenza nella mano della matrona del dipinto che sormonta l’epigrafe, dell’alloro. Numerosi gli ambienti e le sale, ognuna gelosa custode di tesori e testimonianze preziose. La scuderia con le settecentesche carrozze, le mangiatoie, le lanterne, gli arredi equini ed un cavallo ligneo del ‘700; la sala del plastico, che ricorda i lavori che sono stati necessari per riportare allo splendore attuale il castello dopo gli effetti devastanti dell’incendio del 1799; il salone rosso,da cui si gode una vista mozzafiato sulla vallata circostante, la sala del bigliardo che custodisce l’ottocentesco tavolo da gioco; la sala d’armi, è così denominata per la presenza di numerosi arme e corazze mentre in passato era il salone dedicato alle cerimonie di corte, accoglie un prezioso lampadario bronzeo; i due cortili, con la fontana Pignatelli, ed il giardino all’italiana. Ai piedi del castello, villa Pandola San Felice.

Il borgo offre numerose altre possibilità, dopo la visita al castello. La certosa di San Giacomo, costruita per volere di San Guglielmo da Vercelli intorno al finire del 1100, da monastero divenne ben presto centro di produzione agricola, abbazia nel 1620, dimora di campagna nel 1808, è attualmente di proprietà di privati e trasformata in struttura ricettiva. Il palazzo Pignatelli, risalirebbe secondo fonti non ufficiali, agli inizi del 1500, ospita il Museo civico Umberto Nobile, dedicato all’illustre concittadino trasvolatore, ed in passato un museo dell’art naive, arte cui viene dedicata annualmente una rassegna. Il centro abitato conserva un arco del XVII secolo, detto di Fellino, accesso all’antico casale di Lauro, mentre in località Petruro si può ammirare il palazzo dei Tufi, così denominato per la facciata in tufo bigio, risale al 1513.

Mozzafiato il panorama che si gode dall’alto, magari dopo aver lasciato il castello e proseguendo a piedi su di un sentiero costeggiato da secolari ulivi che la natura sembra, divertita, aver levigato in tronchi robusti dalle svariate fogge, accompagnando il visitatore, in un altro luogo d’incanto della zona, l’abbazia di Sant’Angelo. Il silenzio avvolgente della valle rapisce il viaggiatore così naturalmente portato a rispettarlo e a lasciarsi sedurre. Questo luogo di culto è risalente all’anno 1000, nella struttura conserva i vari rifacimenti subiti nel del tempo (rinascimentali e barocchi), che non ne hanno scalfito la bellezza.

Il rapporto con il sacro di questa comunità sembra particolarmente vivo ed importante come testimoniato dalla presenza sul territorio di edifici di culto di rilievo: la chiesa di Santa Maria della pietà, risalente al 1300, conserva la tela del 1800 del Mozzillo, a cui si deve l’intitolazione del luogo sacro; la chiesa del Carmine, del 1610, nella vicina Taurano il convento di San Giovanni del palco, costruito per volere del conte Orsini, risale al 1383, donato 13 anni dopo ai frati minori conventuali napoletani, ha una annessa chiesa che in una nicchia, conserva l’affresco del XV secolo, raffigurante sant’Antonio da Padova ed attribuito all’Arcuccio, nei pressi una interessante villa romana del I secolo a.C. su tre livelli. La collegiata di Santa Maria Maddalena, del 1600, è oggi adibita ad auditorium comunale; la chiesa dei santi patroni (S. Rocco e S. Sebastiano), immersa tra gli ulivi è probabilmente sorta dai resti di un tempio pagano; la chiesa di Gesù e Maria oggi adibita a location per eventi di varia natura è gestita dal comune.

Il territorio rientra nell’area naturalistica dei Monti di Lauro e Pietra Maula, Sito d’Importanza Comunitaria (SIC); attraverso l’alta via dei Monti del Partenio si arriva ai Piani di Lauro (1255 metri) 90° tappa del sentiero Italia. La rigogliosa natura, in passato, regalava il pregiato Lauro, pianta sacra ad Apollo e alla Ninfa Dafne, da ciò deriva il nome del borgo che nel suo stemma ha proprio l’alloro. Lauro è Città della nocciola e i muri affrescati ne fanno uno dei Paesi dipinti.

Il calendario: i riti, le feste, le tradizioni
Gennaio ed Agosto “Processione dei Santi Patroni”
Carnevale “La quadriglia e laccio d’amore”
Venerdì Santo “Processione e canti della Passione di Cristo”
Giugno “C’era una volta al borgo” (rievocazione di antichi mestieri)
Giugno “Protagonista alla ribalta” (saggio musicale)
Agosto “Lumina in castro” (rievocazione delle antiche famiglie di Lauro)

Prodotti Tipici
Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT): Noce Malizia – Marrone di Santa Cristina – Nocciola mortarella – Nocciola San Giovanni – Nocciola camponica

Come arrivare a Lauro

Altitudine: 192 metri s.l.m.
Superficie: 11,10 kmq
Popolazione: 3464
www.comune.lauro.av.it

Coordinate
Latitudine 40°52′45″N
Longitudine 14°37’59″E

In auto
Autostrada Napoli-Canosa (A16), uscire al casello di Baiano, proseguire sulla SS.7 Bis in direzione Nola, continuare sulla SP.81, in località San Paolo Belsito imboccare la SP.ExSS.403 in direzione Lauro, a 19 km dal casello
Autostrada Caserta-Salerno (A30), uscire al casello di Nola, proseguire sulla SS.7 Bis in direzione Nola, proseguire sulla SP.39AG, in località S.Paolo Belsito imboccare la SP.ExSS.403 in direzione Lauro, a 15 km dal casello
Dista 41 km da Avellino (via autostrada)

Dove dormire a Lauro

Alberghi
Certosa S. Giacomo****
Via Nazionale, 1
Tel. (+39) 0818240932
www.certosasangiacomo.it

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About Author

Irpino, avellinese, ideatore di viaggioinirpinia.it. Il progetto connubio ideale tra le esperienze professionali maturate negli anni e la passione, è alimentato dalla profonda conoscenza della propria terra!! E' direttore tecnico di agenzia viaggio ed accompagnatore turistico.

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