Ritmi incalzanti, la melodia della ciaramella, il suono delle nacchere, una danza unica e travolgente è la “Montemaranese” la tarantella che a Montemarano tutti sanno ballare.
Popolo orgoglioso, da sempre custode geloso della propria autonomia prima contro i Bizantini e Longobardi e successivamente nelle guerre sannitiche contro i romani, ha saputo nel tempo preservare antiche tradizioni pagane e religiose legate soprattutto alla festività del carnevale. E’ durante questa festa di origini secolari, che Montemarano diventa la patria della tarantella, allestendo una festa popolare semplice, spontanea che coinvolge l’intera Montemarano.
Il popolo, in maschera, gira il paese in una sorta di processione, guidato dal “caporabballo“, riconoscibile dal suo tipico vestito bianco con mantellino rosso. Il carnevale di Montemarano ha inizio Sant’Antuono mascare e suono e termina con il tradizionale Carnevale Morto e la rottura della pignata.
Una antica festa pagana in cui si ripetono gesti rituali legati a culti preistorici. Movimenti rotatori, passi ritmati, figure ben definite, ripercorrono un antico rito rurale, dalle proprietà espiatorie e magiche. Una festa che richiama i riti agricoli ripercorrendo il passaggio dall’inverno alla primavera, tempo di risveglio e di fioritura, auspicio e speranza per un raccolto abbondante.
Montemarano ha saputo preservare con autenticità questa festa ed ogni anno nei tre giorni prima delle ceneri e la domenica successiva, accoglie migliaia di visitatori che si mescolano ai montemaranesi abbandonandosi alla danza e al ritmo della tarantella.
Un Carnevale unico, travolgente, ipnotico…