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Andar per borghi in Irpinia

I borghi irpini


Il viaggio in Irpinia è sovente legato alla dimensione rurale, all’anima terragna di questa terra, popolata ed animata da orgogliosi e caparbi lavoratori. San Potito Ultra ha saputo conservare gelosamente queste radici affidandone la trasmissione della memoria al Museo del lavoro, accolto nelle cantine del settecentesco palazzo baronale Amatucci. Noi di viaggio in Irpinia nella nostra visita, abbiamo potuto rivivere scene di vita contadina raccontate dagli strumenti, dagli attrezzi di lavoro, dagli abiti, dalla musica di un altro tempo. I lavori e le scene di vita contadina sono riattualizzate grazie anche alle miniature di alcuni mestieri ferraro, cucipiatti, tipografo dal fascino e sapore intramontabili.

Una sartoria è presente a grandezza naturale con la sua vetrina di un tempo, quella di “Berardino Miranda e figlio Davide”, mentre un’altra sala ospita un presepe napoletano.

Resi allegri dalla visita, percorrendo vicoli e stradine di questo bel borgo, abbiamo puntato alla ramiera, anima contadina e fluviale insieme, ospitate nell’omonima contrada, lungo il torrente Salzola, testimonianza dell’opificio antico, ottocentesco, che rese il paese officina a cielo aperto di lavoro incessante e produttivo perdurato fino agli inizi del 900, che oggi aspira a divenire fabbrica-museo e parco fluviale.

Il nostro viaggio ci conduce alla vicina Candida, feudo dei Filangieri. Qui la corte è intitolata a questi baroni importanti non solo per questo borgo ma per l’intero circondario.

La Corte dei Filangieri

Il wine-restaurant che non ti aspetti, lo trovo qui, in questo piccolo borgo. La Corte dei Filangieri, deve  al buon Antonio, la lungimiranza e la capacità di aver saputo trasformare questa bella cantina settecentesca in moderno polo di attrazione enogastronomica. Prodotti della terra irpina  qui sono protagonisti visibili in vari angoli di questa bella cantina, ospitati freschi in cocci di ceramica, in bella vista come prodotti dell’orto in intrecci di vimini e soprattutto sugli scaffali ove le bottiglie del nettare di Bacco campeggiano in bella vista.

Ma è soprattutto la voce narrante di Antonio ad accompagnare i visitatori nel viaggio enogastronomico che offre ai suoi ospiti, genuinità non disgiunta dalla professionalità a tavola come al bancone in pietra, invito particolarmente caro a chi come noi ama parlar d’Irpinia a tavola, facendo parlare la tavola.

Quella della corte è legata al territorio: le buone carni locali, i richiami dei legumi del circondario (i fagioli quarantini di Volturara), il baccalà, tanto caro alle tavole irpine, qui presentato in forme tradizionali, e non, in freddo ed in caldo, i formaggi (carmasciano, caciocavallo podolico, pecorino bagnolese, ricotte, maestri casari irpini chiamati a raccolta), i salumi (prosciutto di Venticano, soppressate locali), i dolci in buona compagnia di liquori, passiti e baroli.

Non sappiamo immaginare modo migliore per concludere il viaggio in quest’angolo d’Irpinia!