Bonito: tra natura ed antichi culti

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Bonito e le sue origine longobarde, il Castrum Boneti, baluardo e difesa delle Valli dell’Ufita e del Calore, il culto per quel santo francese Bonito di Clermont, che si diffuse in Italia grazie ad una famiglia di origine romana proprietaria del casale di Bonito a cui poi si associò il nome del paese, racchiudono la sua storia. Le vestigia di questo passato, si apprezzano nel centro antico con il castello medioevale risalente al IX secolo e poi ricostruito dai normanni, l’antico ponte levatoio in legno, i resti della cinta muraria e le torri cilindriche.

La mostra permanente di arte popolare e cultura contadina allestita grazie alla passione del bonitese Gaetano Di Vito, ed ospitata nel centro del paese, è in grado di soddisfare saperi e curiosità legate alle tradizioni e alla storia della comunità locale. Si segnala la presenza della bandiera dell’Unione Agricola Operaia ricamata con fili d’oro, di oggetti del neolitico, di attrezzi e strumenti degli antichi lavori artigiani e del mondo contadino.

Ne viene fuori una fotografia che ritrae fedelmente la fiera origine di questa gente dalla terra, con cui alimenta un legame che sa di amore, fatica contadina, forza di braccia, di menti, di uomini eccezionali.
E numerose storie di uomini si possono raccontare intorno e grazie a quella di un bonitese divenuto famoso, zio Vincenzo Camuso. Le sue spoglia mortali sono accolte nella cripta di quella che un tempo fu la chiesa dell’Oratorio. Il culto che tra leggende, miti, fede, superstizioni e miracoli viene tributato a quest’uomo del 1600, prende le mossa dalla mummificazione del suo corpo giunto così ben conservato attraverso i secoli da far gridare al miracolo e da tributargli l’intercessione in storie dolorose di uomini e donne di vari angoli del pianeta.

Queste storie sono oggi ex-voto visibili visitando la cappella: raccontano dell’aiuto ricevuto da donne incinte (da far pensare che zio Vincenzo fosse un ostetrico), ammalati terminali, pazienti operati da Zio Vincenzo (attribuendogli identità di chirurgo); storie accomunate dal potere taumaturgo di questo uomo capace anche di arrabbiarsi, così racconta la fede popolare, con chi metta in dubbio la sua esistenza. Sarà forse questo il motivo per cui per esorcizzare la paura di una violenta reazione di questo seguace della congregazione della buona morte (come testimoniato dall’abbigliamento che lo attribuiva a tale gruppo di fedeli un tempo accolti dalla chiesa dell’Oratorio), si moltiplicano le storie, gli aneddoti, le curiosità su Zio Vincenzo.

La fede e la religiosità di questa comunità è testimoniata dalla ricchezza dei luoghi di culto.

La chiesa di S.M. Assunta conserva due interessanti tele settecentesche ed in una nicchia di pregevole manifattura, le spoglia di San Crescenzo martire; la chiesa di San Giuseppe del 1500 custodisce una tela del XVIII secolo raffigurante la madonna col Bambino; la chiesa di Sant’Antonio del 1700 con annesso il convento francescano e la chiesa di San Vincenzo del XVIII secolo.

In località Morroni, il santuario di Maria SS. della Neve, visitato in passato da San Francesco d’Assisi, e da papi di ogni tempo per il particolare legame tra questo santuario e le apparizioni mariane succedutesi nel tempo a partire dal Vi secolo, come la tradizione narra. Curiosità è legata alla visita di Carlo VIII che nutrendo perplessità sulle apparizioni volle far visita al santuario mariano di Morroni rimanendovi intrappolato con il suo seguito per 40 giorni a causa di una abbondante nevicata che cessò solo quando il re si ricredette della sua convinzione anti-mariana dando così l’occasione ai bonitesi per trasformare il nome del santuario in Santa Maria della neve.

Il calendario: i riti, le feste, le tradizioni
Aprile “Festa de la Migliazza e de le Spalece” (della polenta e degli asparagi)
10 agosto ”Tre ore de chiazza” (rivisitazione di antichi mestieri)
Seconda settimana di agosto “Festa della Solidarietà – Bonito per Medici Senza Frontiere”
8 dicembre “Festa dell’Immacolata Concezione” (con la tradizionale focalenzia, accensione dei falò)

Prodotti Tipici
Taurasi (DOP-DOCG)
Olio extravergine di oliva Irpinia-Colline dell’Ufita (DOP)
Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT): Caso conzato – Pera Sant’Anna – Pera spina
Altri Prodotti: Sorbo – Asparagi – Pane scaunisco (dolce a base di farina di granturco e mosto cotto) – Migliazza (polenta)

Come arrivare a Bonito
Coordinate
Latitudine 41° 6’10.05″ N
Longitudine 15° 0’15.38″ E

In auto
Autostrada Napoli-Canosa (A16), uscire al casello di Grottaminarda, immettersi sulla SP.271 e seguire le indicazioni per Bonito Irpino, a 9 km dal casello
Autostrada Napoli-Canosa (A16), uscire al casello di Benevento, proseguire in direzione Castel del Lago sulla SS.7, continuare sulla SS.90 e poi SP.49, a 14 km dal casello
Dista 41 km da Avellino (via autostrada)

Dove Dormire

Agriturismi
La Macchia
C.da Masiello Tordiglione
Tel. (+39) 0825422268 – (+39) 3285782786
www.agriturismolamacchia.com

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About Author

Irpino, avellinese, ideatore di viaggioinirpinia.it. Il progetto connubio ideale tra le esperienze professionali maturate negli anni e la passione, è alimentato dalla profonda conoscenza della propria terra!! E' direttore tecnico di agenzia viaggio ed accompagnatore turistico.

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